Diversi possono essere gli approcci allo “spannolinamento”, un passaggio importante nella crescita e nel percorso di autonomia dei nostri bambini, abbiamo chiesto alla pediatra di famiglia Silvia Baldini per avere i consigli giusti e affrontare al meglio questa fase.
“Personalmente sono a favore di un metodo che sia il più possibile rispettoso del bambino e che ne promuova l’autonomia, quindi innanzitutto secondo me, è fondamentale aspettare che il bambino sia pronto, per evitare episodi frustranti sia per i genitori che per il bambino. Meglio andare a individuare quelli che sono dei segnali di consapevolezza, che si raggiunge non prima dei 18 – 24 mesi, perché in questo periodo sia ha un maggior controllo degli sfinteri che, rende più semplice il processo, ma anche perché a questa età ci sono maggiori capacità sia di comprensione che di comunicazione che permettono al bambino di manifestare i suoi bisogni. Dunque i requisiti fondamentali sono una buona comprensione/ comunicazione verbale e non verbale e una maggiore regolarità nelle evaquazioni. Quando cominciate a notare che il bambino non bagna, non sporca, così spesso il pannolone e vedere i primi segnali di autonomia nello spogliarsi, (ad esempio prova autonomamente ad abbassarsi il pantaloncino) è arrivato il momento di provare a togliere il pannolino. In questa fase possiamo utilizzare un pannolino a mutandina di modo che il bambino acquisisca la capacità di potercela fare da solo. Altra cosa importante meglio evitare di intraprendere questo percorso se ci sono altri eventi stressanti esterni che il bambino deve affrontare come: la nascita di un fratellino o di una sorellina, un trasloco o un problema familiare ma anche un periodo di maggior mobilità intestinale o malanni vari perché magari semplicemente il bambino è più stanco e affronterebbe con maggior difficoltà un cambiamento del genere. Una volta raggiunti tutti questi requisiti secondo me la cosa migliore è intraprendere il percorso insieme, anche da un punto di vista pratico: scegliere insieme il vasino, posizionarlo in un punto del bagno che al bambino sia comodo, facile da raggiungere e cominciare a farlo familiarizzare con l’oggetto. A questo punto se si nota che il bambino ha una certa regolarità nell’evacuazione, cioè tende a fare i propri bisogni sempre negli stessi orari, favoriamo queste finestre temporali per ricordarli di andare in bagno ed accompagnarlo in bagno così che anche la fisiologia ci sia di aiuto.
Dobbiamo avere molta pazienza ed è fondamentale e a questo punto un rinforzo positivo quindi evitare assolutamente rimproveri ma anzi nel momento in cui il bambino riesce finalmente a fare cacca o pipì nel vasino lodarlo e dargli il giusto incoraggiamento.”