Il vostro bambino ha problemi alla voce? Potrebbe trattarsi di una disfonia funzionale. Di che cosa si tratta e come intervenire? Lo abbiamo chiesto alla logopedista dott.ssa Giuliana Cecchi.
“Per disfonia funzionale si intendono tutte le alterazioni della voce che non presentano matrice organica. La laringe del bambino è un organo più delicato di quanto si pensi. Le corde vocali misurano: in un neonato 3/5mm,ad 1 anno:5/7 mm, a 6anni :7 /8 mm e a 10 anni:10 mm. Morfologicamente le cartilagini laringee sono piccole compatte e meno mobili, deformabili, i processi vocali sono corti, il tessuto connettivo è lasso e vascolarizzato e il legamento vocale che è rudimentale a 4 anni, si sviluppa verso i 10 ed è adulto solo dopo la pubertà. I tassi di incidenza dei disturbi della voce pediatrici vanno dal 6% al 23% . Alcuni studi sostengono che bambini di età compresa tra 8-15 anni siano a maggior rischio di sviluppare disfonia. Le cause che possono far insorgere una disfonia funzionale in età pediatrica sono:
cattive abitudini domestiche
Agiscono sul bambino sin dalla prima età della vita in modo continuato e inapparente e lo predispongono all’abuso vocale come:
– scarso contenimento del rumore ambientale con relativa assuefazione a livelli di rumore sempre maggiori (elettrodomestici, televisione)
– abitudine all’abuso di volume sia all’interno della coppia genitoriale, che nei rapporti fra fratelli. L’esposizione del bambino in un ambiente rumoroso lo induce ad adeguare la propria emissione vocale per poter riuscire a far pervenire i propri contenuti comunicativi nell’ambiente.
scorretti modelli vocali
Il bambino (o adolescente poi), plasma il suo comportamento su modelli che nell’esperienza quotidiana rivestono ruoli importanti come :
-i genitori, che magari sono disfonici anch’essi
-figure leader presenti nel gruppo dei coetanei, poiché spesso l’appartenenza ad un gruppo dà loro sicurezza di accettazione sociale, portandoli ad accettare un certo stile di vita di cui può far parte un preciso atteggiamento vocale scorretto.
– Modelli proposti dai mezzi d’informazione (voci dei cartoni animati, film…ect)
Superamento conflittualità passaggio infanzia/adolescenza:
-il bambino che prima dei compagni entra in crisi puberale, vergognandosi dei propri cambiamenti somatici, dei quali la voce è la più evidente, può cercare di nascondere in parte le variazioni di sonorità innalzando la laringe, attuando una emissione di falsetto, fornendo un minor volume all’emissione vocale.
-Il ragazzo inoltre, può utilizzare una voce più grave (appesantire la coloritura), per emulare o farsi accettare da un gruppo di ragazzi più grandi o di adeguarsi alla voce dei fratelli maggiori nel tentativo di imporre la propria personalità.
-anche l’aggressività del comportamento può sfociare in abuso vocale quando il bambino aggredisce per mezzo della voce ed è equiparabile a qualsiasi altra uscita motoria (pugni, calci),verso gli altri compagni.
I bambini che fanno abuso spontaneo della voce invece, sono soggetti esuberanti e difficilmente si adeguano a regole di risparmio vocale e sono capaci di assolvere appieno ogni attività proposta. Oppure “urlano” la loro voglia di attenzioni o la carenza d’affetto.
Una disfonia sottovalutata può dare origine a problemi ben più seri, come la formazione di noduli, edemi e polipi sulle corde vocali, diventa fondamentale allora, un’opportuna diagnosi fatta con una visita foniatrica o Otorinolaringoiatrica e programmare precocemente un intervento logopedico.”
Allora cosa possiamo fare? “La logopedista interverrà con :
Intervento logopedico indiretto (fino a 7 anni)
Colloqui settimanali o quindicinali con consegne, lavoro cognitivo e comportamentale, schede di autovalutazione per il monitoraggio educazione di gruppo orientato sulla respirazione e controllo dell’uso della voce
Intervento logopedico diretto (8-12 anni)
Efficace con bambini collaboranti, a cicli, eventualmente abbinato a trattamento indiretto più efficace tra i 12 e 16 anni . Inoltre, nella presa in carico la logopedista indaga sul vissuto del bambino, sulle sue abitudini e sulle eventuali cause della disfonia in ambito familiare e raccomanda ai genitori di prevenire l’abuso vocale del bambino oltre a far seguire le norme di igiene vocale come l’idratazione della mucosa ( bere e bendaggi nasali con camomilla romana tiepida). Osserva il comportamento comunicativo del bambino e della famiglia con il rispetto di regole di conversazione per far da modello ai bambini rispettando i turni di conversazione ed evitando di “urlare” durante il gioco di gruppo e l’attività fisica, soprattutto in ambienti rumorosi. Anche i genitori sono direttamente coinvolti nella terapia in attività di counseling: imparano a conoscere le abilità di base per un uso corretto della voce ed evitare di dare un esempio vocale sbagliato ai figli. Se un calo di voce permane per più dieci giorni, è consigliabile contattare un foniatra o ORL per una visita che eventualmente invierà alla logopedista per una valutazione. La patologia se precocemente diagnosticata e trattata con terapia logopedica, generalmente rientra dopo la pubertà.”