Scuola: voti e autostima

Cari genitori, come vivete il l’esperienza scolastica dei vostri figli?

A questa domanda moltissimi di voi risponderebbero che non vivono affatto bene la routine scolastica dei propri figli e alcuni genitori racconterebbero che la vivono addirittura come un lungo incubo!

E i nostri figli come vivono la scuola ogni giorno? E come possiamo aiutarli? Ecco i consigli della dott.ssa Alessandra Bianchini.

La scuola è un luogo in cui i bambini e i ragazzi trascorrono gran parte della loro giornata. È un ambiente ricchissimo che offre conoscenze e possibilità di crescita, ma è soprattutto una cornice per lo sviluppo emotivo e sociale del bambino.
Il percorso scolastico può essere fonte di grande gioia e soddisfazione, ma non è privo di ostacoli, sfide e di difficoltà emotive.
È naturale che i bambini e i ragazzi sperimentino anche emozioni come ansia, tristezza, rabbia, frustrazione e inadeguatezza e, con loro, anche i genitori che non sempre sentono di riuscire ad accompagnare i propri figli in questo percorso nel modo più appropriato.
Il nostro sistema scolastico è basato sul voto, che siano numeri o parole, indicano comunque un giudizio.
I voti, che nascono solo con la funzione di valutare un apprendimento, un miglioramento, un comportamento, alcune volte, rischiano di essere vissuti come delle vere e proprie etichette rappresentative del valore di quel bambino. Quando ci troviamo di fronte a un bambino chiuso e insicuro questi giudizi rischiano di diventare fardelli pesanti da portare addosso, condizionando il benessere, la vita e le scelte future di un bambino o di un ragazzo.

Un ulteriore rischio è che possa innescarsi una logica di confronto con i propri compagni e la situazione può risultare controproducente in quanto egli impara a valutarsi sulla base del risultato degli altri, come se si trovasse a vivere una competizione continua, dove ci sono vincitori e perdenti. In questi casi cerchiamo di riportare l’attenzione del bambino sull’unicità del proprio percorso e delle proprie attitudini, valorizzandone gli eventuali progressi.

Un altro aspetto che non dobbiamo dimenticare è che l’apprendimento è influenzato dalle emozioni. Se la sfida cognitiva è accompagnata da un’emozione negativa, come la paura, il timore del giudizio o la preoccupazione di non riuscire, il bambino ricorderà ogni volta il disagio provato e lo metterà in correlazione con l’apprendimento e questo non gli permetterà di vivere la scuola con la giusta serenità, influendo inevitabilmente sia sul rendimento scolastico che sul benessere percepito.

Talvolta il bambino può vivere un’esperienza deludente, quando, nonostante l’impegno profuso, non ottiene il risultato sperato, in questo caso è importante accompagnarlo nella comprensione che il voto non dipende esclusivamente dallo sforzo messo in campo, ma che le variabili da tenere in considerazione sono molteplici: la naturale propensione del bambino verso una materia, l’interesse che nutre verso un dato argomento, il livello di motivazione, la stanchezza, le difficoltà soggettive, e altro ancora.
I genitori possono accompagnare il bambino ad orientarsi nei propri interessi, preferenze, passioni e aiutarlo nella valorizzazione dei propri talenti.

I genitori possono insegnare molto sulla modalità con cui si affrontano gli insuccessi, facendo loro stessi da modello positivo e accogliendo le emozioni che ne derivano, senza lasciarsi sopraffare. Essi possono accompagnare i figli nella costruzione di una sana autostima, evitando di farli sentire giudicati interamente come persone quando a scuola non riescono ad ottenere i risultati sperati.
I genitori possono accompagnare e guidare i figli nella tolleranza della frustrazione delle sconfitte scolastiche e non. Certo, è un lavoro arduo e un compito molto faticoso, ma essi possono fungere da figure protettive e guidare i figli in questo importante e lungo cammino di vita.

Dott.ssa Alessandra Bianchini – Psicologa

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